A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Il nome di Gianni Caproni, pioniere dell'aeronautica italiana, si lega a
doppio filo a quello di Taliedo, borgo dell'odierna zona 4 sito nella parte
orientale della stessa.
Originario del Trentino (nacque nel 1886 a Massone d'Arco), e
laureatosi in Ingegneria Civile al Politecnico di Monaco di Baviera,
ottenne due ulteriori lauree: in ingegneria elettrica a Liegi (presso l'Istituto
Montefiore) e in ingegneria aeronautica a Parigi.
Rientrato in Italia nel 1910, si dedico' al disegno di aerei con
caratteristiche rivoluzionarie per l'epoca, nella fabbrica di Vizzola Ticino,
nei pressi della cascina Malpensa (sita piu' o meno dove oggi sorge
l'aeroporto omonimo).
Dall'altra parte, esaminiamo lo sviluppo di Taliedo per capire come sorse
l'incontro con Gianni Caproni.
All'inizio vi era un bosco di tigli, da cui (Tilietum) prese il nome la
cascina Taliedo. Intorno a questa cascina, e piu' precisamente in un'ampia
area compresa tra la strada Paullese, il fiume Lambro, il borgo di Monlue'
e la linea ferroviaria, ebbe luogo nell'autunno 1910 il Circuito Aereo
Internazionale, che era la prima manifestazione aeronautica di una certa
dimensione che si svolgesse in Italia.
Sulle loro incredibili macchine volanti, piloti provenienti da tutto il
mondo si esibirono davanti a una folla curiosa e, al termine, entusiasta,
che fu calcolata in piu' di centomila persone, e tra cui vale la pena di
citare il re Vittorio Emanuele III, oltre a numerosi giornalisti, i quali
fecero cosi' circolare il nome di Taliedo in giro per l'Italia.
Al termine dello svolgimento delle gare (che andavano dalla durata alla
velocita', ed in piu' ce n'era una di abilita') l'aerodromo fu conservato.
Il terreno apparteneva alla Societa' Immobiliare Lombardo-Veneta, che aveva
sponsorizzato l'evento, e fu concesso alle autorita' militari affinche' vi
installassero una squadriglia dei loro velivoli.
Nel 1928 sarebbe diventato il primo aeroporto cittadino, fino al 1937,
anno in cui, per la sua inadeguatezza al crescente traffico aereo, venne
rimpiazzato dal Forlanini di Linate, che sorse alla sinistra dell'Idroscalo
nell'intento di combinare aerei e idrovolanti in un unico servizio.
Ma nel frattempo era scoppiata la prima guerra mondiale, e le crescenti
richieste di aeromobili militari avevano spinto Gianni Caproni a compiere due
passi: l'ingrandimento della fabbrica di Vizzola Ticino e la costruzione di
una nuova a Taliedo, sul lato orientale del campo di aviazione: sorsero
cosi' le Officine Caproni, il cui nome sarebbe stato da allora associato a
Taliedo, e di cui sono tuttora visibili i capannoni in via Mecenate.
Dal punto di vista estetico, peraltro, l'ingresso ai suddetti capannoni
ha un certo valore, in quanto realizzato in stile neomedievale,
lo stesso utilizzato dal Caproni per la sua villa in quel di Vizzola Ticino
(non si puo' negare al Caproni un certo qual gusto estetico) con arcate rosse
in mattoni inframmezzate da elementi in pietra bianca.
Le officine crebbero fino ad avere 2500 lavoratori, abitanti per lo piu'
nella zona circostante e nei comuni confinanti, e produsse in breve tempo
piu' di mille aerei (500 nel solo 1918).
Nel periodo tra le due guerre la Caproni costrui' velivoli per l'aviazione
civile, giungendo, all'inizio della seconda guerra, ad un picco occupazionale
di circa seimila lavoratori.
Ma la guerra lascio' il segno, in quanto gli alleati vietarono agli
italiani di fabbricare aerei. Si assistette cosi' ad una riconversione, che
porto' in breve tempo a costruire autocarri, vetture ferroviarie e tramviarie,
persino automobili. In questo modo pero' la Caproni si mise in competizione
con la FIAT che, onde eliminare dal mercato un concorrente temibile, agi'
con manovre atte a far chiudere la Caproni, che infatti nel 1948 cesso' le
operazioni, nonostante le maestranze e la direzione si impegnassero allo
spasimo nella lotta per la difesa di un patrimonio tecnico, industriale e
professionale senza pari nell'Italia dell'epoca.
Gianni Caproni mori' poco piu' che settantenne nell'ottobre del 1957.
Per completezza di informazione, a Taliedo la Caproni non fu, all'epoca, l'unica ditta a dover chiudere. Anche la Piero Magni infatti, che pure si occupava di aeronautica e che nel 1928 aveva inaugurato la sua attivita' situandosi sul lato meridionale del campo di aviazione, dovette cessare le operazioni.